NUOTO TERAPIA

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NUOTO TERAPIA

Piscina come terapia, anche in caso di disabilità.
Le evidenze scientifiche lo dimostrano: lo sport come terapia ha un ruolo fondamentale in diverse patologie, ma purtroppo esistono ancora barriere psicologiche che tengono lontani i pazienti dall’attività fisica.


Piscina come terapia, anche in caso di disabilità : è uno dei numerosi temi affrontati nel corso del Congresso del Network Europeo Rehabilitation in Multiple Sclerosis (RIMS) che si è tenuto a Genova dal 4 al 6 maggio.
La sclerosi multipla è una fra le patologie invalidanti che, troppo spesso, allontana i pazienti dall’attività fisica per timore che la fatica o l’impossibilità di muoversi agevolmente, aumenti la fatica e, dunque, il rischio di ricadute.
Ma continuare, riprendere o iniziare un’attività sportiva adatta alle proprie esigenze e da svolgere al di fuori di un contesto puramente clinico, non solo permette di mantenere le relazioni interpersonali, ma si è rivelata una vera e propria terapia da affiancare ai farmaci tradizionali per contrastare la progressione della patologia.
Purtroppo, però, come conferma il Prof. Marco Dove, docente presso l’Università di Genova:
Nonostante le evidenze scientifiche indichino i benefici dell’attività fisica nelle persone con SM, sono ancora molte le barriere che impediscono di iniziare o continuare un’attività sportiva”.
Barriere che, spesso e volentieri, vengono dai pazienti stessi che, come ammette, Ludovico Pedullà dell’Area di ricerca scientifica FISM:
A volte a tenere lontane le persone con SM da palestre, piscine, o anche solo dai parchi vicino casa, è il timore che, muovendosi, si possa peggiorare la malattia. Molto spesso si tratta di paura e, dunque, di una barriera psicologica, ma se è vero che è necessario prestare attenzione ai segnali del proprio corpo, dosando gli allenamenti per capire come seguirli o riprenderli, è anche vero che ogni persona con SM può svolgere attività fisica”.
E, fra le attività consigliate c’è, naturalmente, la piscina fermo restando che non esiste una ricetta valida per tutti e che ogni persona dovrà valutare con il proprio medico o terapista il grado di impegno e il tipo di attività che meglio le si addice.
Le raccomandazioni degli esperti sono di compiere almeno 150 minuti di attività fisica a settimana, nei quali vanno compresi i movimenti eseguiti in casa o al lavoro, purché siano di intensità almeno moderata.
E bando allo scoraggiamento! E’ chiaro che i movimenti andranno calibrati sulla base delle proprie capacità motorie ricordando, comunque, che l’acqua, in questo senso aiuta.
Sempre dal Congresso RIMS e sulla base delle indicazioni redatte dalla National Multiple Sclerosis Society, il consiglio per chi vuole approcciare gli sport acquatici è quello di praticarli per 2/3 volte a settimana con sessioni moderate da 10 a 30 minuti, intervallate da sessioni svolte ad intensità più elevate.
La piscina si conferma, insomma, come sport veramente adatto a tutti, ma anche come valido approccio riabilitativo in grado di produrre risultati importanti sul decorso di patologie come la SM.